3 Marzo 2018

Disturbi dell’Umore: Ansia, Attacchi di Panico e Depressione

Disturbi dell’umore: in questa pagina andrò a trattare le problematiche riguardanti ansia, attacchi di panico e depressione. Se aveste bisogno di un sostegno psicologico, non esitate a contattarmi.

Disturbi d’ansia

[ansia deriva da “anxius” affanno, inquietudine]

Non tutti sanno che il termine ansia è facilmente accomunabile all’emozione chiamata paura. Come per le altre emozioni questo stato risulta spesso utile e adattivo. Se non provassimo paura, magari con il sopraggiungere di un esame universitario importante, la nostra mente non sarebbe invogliata a “darci una mossa”, organizzarci per tempo con il fine di superare la prova. Qualitativamente quindi l’ansia è una nostra alleata. Diviene disfunzionale quando quantitativamente eccede e ci porta a vivere l’esame con un’agitazione tale da far calare nettamente le nostre prestazioni o addirittura da impedirci di presenziare alla prova.

Come un circolo vizioso il pensiero negativo “andrà male” aumenterà notevolmente la paura che si rifletterà sul corpo; il corpo segnalerà un allarme (palpitazioni, tremori, sensazione di soffocamento) che verrà tradotto in forte ansia, rinforzando la credibilità del nostro pensiero catastrofico. Perché l’ansia venga riconosciuta come patologia deve necessariamente rispondere a due variabili, un intensità considerabile sproporzionata rispetto al contesto e una durata eccessiva nel tempo. Per diagnosticare ad esempio un disturbo d’ ansia generalizzato (quindi non correlato ad una situazione precisa) è necessario che il paziente debba riportare una sensazione di malessere che perdura da più di sei mesi durante i quali la preoccupazione sia risultata non controllabile. Verranno inoltre valutati altri elementi come la qualità del ritmo sonno veglia, irritabilità e la costante tensione fisica [Rif. DSM 4TR]

Tipi di disturbi d’ansia [DSM 5]

  • Disturbo d’ansia da separazione (tipico in età evolutiva derivato dalla separazione da figure significative)
  • Mutismo selettivo (tipico in età evolutiva, il paziente parla solo con alcuni mente con tutti gli altri fatica o non esprime verbalmente la sua comunicazione)
  • Fobia Specifica (è una paura considerabile come eccessiva rispetto ad uno stimolo ambientale come i ragni, il buio, la scuola)
  • Disturbo d’ansia sociale (sopravviene quando si immagina  si affronta una situazione sociale)
  • Disturbo di panico
  • Agorafobia (paura degli spazi troppo aperti in cui si percepisce l’impossibilità/difficoltà di trovare una via di fuga)
  • Disturbo d’ansia generalizzato (aspecifico, non inerente ad una singola condizione)
  • Disturbo d’ansia da condizione medica (relativo ad uno stato fisico)
  • Altro Disturbo d’ansia specifico (inerente ad una situazione/evento inquadrabile e riconoscibile)
  • Disturbo d’ansia non altrimenti specificato

Attacchi di panico

[con o senza Agorafobia]

Di attacco di panico parliamo quando si ha una percezione intensa e ben individuata nel tempo definibile come panico, ossia della forma più intensa correlata alla paura. Il panico pervade il nostro corpo a tal punto da farci sperimentare un’esperienza paragonabile al pericolo imminente di morte o di sopraggiunta follia. Il picco di intensità si manifesta entro 10 minuti e si attenua altrettanto velocemente.

Fame d’aria, disorientamento, vomito, oppressione al petto sono alcuni degli elementi che si possono provare. Il DAP si autoalimenta, la sola paura di riprovare quell’esperienza ci riconduce a uno stato di intensa sofferenza, allerta, paura. Il DAP ha una sintomatologia severa che limita l’individuo nel vivere, nel relazionarsi, nel lavorare. E’ opportuno, qualora vi fossero dubbi in merito, effettuare esami fisici accurati allo scopo di escludere cause organiche.

Depressione

Sotto la categoria “depressione” troviamo tutti quegli stati di sofferenza nei quali il soggetto sembra aver smarrito forze e interessi. Il termine “sembra” non è casuale poiché non si tratta di una diminuzione delle risorse ma di un accumulo inespresso di energie. Rabbia e tristezza  non trovano sfogo, si solidificano, otturano i pori d’uscita e gravano su ogni movimento psichico, sociale e fisico del soggetto. Il pensiero spesso è ruminante (si ripete all’infinito) e caratterizzato da sensi di colpa, frustrazione, sfiducia verso se stessi e verso la vita in generale. Il ritmo sonno veglia si altera così come il rapporto con il cibo.

Il soggetto si chiude al mondo e si allontana dagli stimoli creando un circolo vizioso di sofferenza e deprivazione. Purtroppo non è raro riscontrare nel depresso pensieri di morte o ideazioni suicidarie che l’individuo percepisce o escogita al fine di interrompere il disagio, evitare prove percepite come insormontabili, affermare la propria angoscia. Essere tristi non significa necessariamente soffrire di depressione. In seguito a un lutto, a una separazione o a un fallimento la nostra mente reagisce funzionalmente trattenendo le risorse, si riorganizza e permette nel tempo un reinvestimento. Quando questa elaborazione s’interrompe o non viene completata la mente continua ad avere la “frizione tirata” impedendo qualunque movimento e rischiando, a lungo andare, di “fondersi” come un motore. Il tempo e l’intensità delle condizioni sopra descritte determinano la presenza o meno di una patologia depressiva conclamata.

Tipi di depressione:

  • Famiglia delle Depressioni Maggiori (sintomi pervasivi e molto intensi con durata non inferiore alle 2 settimane consecutive)
  •  Distimia (i sintomi sono meno marcati ma perdurano da almeno 2 anni)
  •  Depressione Post Partum (conseguente alla gravidanza. Sopraggiunge tra le 4 e le 8 settimane successive al parto, può essere classificata come lieve, moderata o grave)
  •  Depressione reattiva (inerente ad un evento specifico non elaborato)
  • Disturbo Ossessivo Compulsivo [DOC]

Indirizzi dei miei studi: Saronno in via Ramazzotti 20, Milano in via G. P. da Palestrina 6 (Linea 1 – 2 MM Loreto), Solaro in via Cavour 20.