3 Marzo 2018

Disturbo Ossessivo Compulsivo [DOC]

DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO (DOC)

Ossessione: pensieri di contaminazione, dubbi ripetitivi, necessità di avere le cose in un certo ordine, impulsi aggressivi, fantasie sessuali; accompagnati da uno stato d’ansia.

Compulsione: lavarsi, pulire, contare, controllare, ripetere azioni in modo eccessivo e continuativo; sono azioni mirate a neutralizzare l’ansia.

Disturbo ossessivo compulsivo [DSM IV TR]

Pensieri sempre più invasivi accompagnano il soggetto per gran parte della giornata, l’ansia pervade mente e corpo, l’unica cosa che lenisce questa sensazione è l’agito, lavarsi ripetutamente le mani o posizionare perfettamente parallele le scarpe prima di richiudere l’armadio. Lo scopo manifesto è quello di ottenere un risultato perfetto, ineccepibile, privo di sbavature, critiche o errori. Quello latente è dare sollievo ad uno stato di paura che sembra non avere fine.

Diversamente dal Disturbo di Personalità Ossessivo Compulsivo, nel quale si mantiene l’assenza di critica (egosintonia), l’individuo è conscio dell’eccessiva ripetitività delle sue azioni e dello spropositato peso che ricopre il pensiero ossessivo, ma non riesce a farne a meno, pena l’aumento intollerabile dell’ansia (egodistonia). I tempi impiegati per svolgere il “ciclo ossessivo” e l’attenzione rigidamente orientata gravano sulla normale condotta di vita di chi ne è afflitto producendo una ripercussione in abito bio psico sociale. Il costo individuale determina la differenza tra una condotta funzionale e armonica versus una diagnosi patologica.

In alcuni casi la rigidità del pensiero e il bisogno di controllo troveranno esplicita forma attraverso la necessità di ordine, di pulizia personale – ambientale o attraverso l’onere di confermare il buon esito di un azione precedentemente compiuta. Nei casi più complessi il disturbo può rivelarsi attraverso veri e propri rituali fatti di minuzie, di azioni schematiche e precise riprodotte anche più volte nell’arco della giornata. Non è raro che il soggetto afflitto da questa sofferenza inizi a evitare tutti quegli eventi che possano scatenare o aumentare il suo disagio riducendo notevolmente la propria area sociale e relazionale.

E’ probabile inoltre riscontrare in questi soggetti una severa difficoltà nel tollerare l’errore, nel trovarsi mancante o inadeguato. L’aspirazione irraggiungibile è la perfezione costante, il non difetto. L’educazione acquisita in tenera età è prevalentemente rigida, richiedente; madri e padri  vengono descritti dai pazienti come richiedenti, controllanti, invadenti, più attenti alla prestazione che al benessere del proprio figlio “mi hanno sempre detto cosa e come avrei dovuto fare nella mia vita , ma non si sono mai domandati di cosa avevo realmente bisogno”.  Un ambiente familiare dove valutazione e controllo sono oneri da pagare per essere ritenuti amabili sembrano quindi ottimi predittori per sviluppare sintomatologie DOC.

  • incidenza statistica 1,5% della popolazione globale
  • esordio tipicamente graduale dai 18-20 anni  (nel 25% dei casi sintomi riconducibili al DOC prima dei 14) ai 30

Modelli comportamentali tipici del disturbo DOC

  • Lavarsi le mani spesso (ed in generale il corpo): le ossessioni riguardano le contaminazioni, il sentirsi sporco. Il timore riguarda spesso l’ammalarsi per cause virali o batteriche, il poter o l’essere contagiato. In alcuni casi la paura riguarda la sensazione di non essere “in ordine”, pulito, profumato, presentabile.
  • Ordine: rigido controllo su ciò che circonda il soggetto, soprattutto su oggetti personali o appartenenti alla propria vita domestica. La simmetria degli elementi e degli arredi, l’ordine cromatico degli indumenti ne sono solo un piccolo esempio. Il solo vedere una ciabatta che non è perfettamente parallela alla gemella e non orientata rispetto alle fughe delle piastrelle obbliga l’individuo a continue correzioni dell’errore percepito fino all’ottenimento di un sofferto risultato. Questa specifica sintomatologia non è spesso supportata da una chiara ed esplicita paura, il soggetti si limita a percepire una vasta inquietudine una volta individuato il non ordine che cala solamente quando il comportamento mette termine al disequilibrio agendo sull’oggetto incriminato.
  • Ripetizione: aprire e chiudere una porta, contare quanti soldi sono presenti nel portafoglio fino a sincerarsi in più occasioni che la carta d’identità presente nel portadocumenti sia effettivamente quella propria. In molti casi è presente un valore magico all’azione, una sorta di rituale che se non perpetuato recherà sicura sventura al soggetto.
  • Controllo: di sé e degli altri. La paura riguarda il timore di aver fatto qualcosa di eticamente, professionalmente, personalmente inaccettabile o potenzialmente pericoloso. Nel proprio lavoro come nella propria abitazione ci deve essere una metodica organizzazione,  tutto deve rientrare in un chiaro schema. Le ossessioni posso riguardare il fatto di aver o non aver fatto qualcosa come spegnere il gas, il computer dell’ufficio o la luce della stanza Le ripercussioni di una possibile mancanza sono prevalentemente catastrofiche anche se non sempre individuabili dal soggetto e necessitano quini una serie importante di conferme. Prevale quindi l’angoscia anche se non sempre ci si spiega il motivo dell’allerta così marcata. A volte il controllo stesso produce incertezza sull’aver operato in modo errato e quindi incentiva nuovamente la ripetizione dell’ossessione.

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