Adolescenza ai tempi del COVID 19: indicazioni per genitori

E’ l’11 gennaio 2020 quando per la prima volta i media internazionali iniziano a parlare di un virus potenzialmente letale individuato in Cina. Da quella data in avanti le informazioni sul Coronavirus (Sars-nCov-2) sono uscite dalla cronaca e hanno iniziato a scrivere la storia di tutti noi. In breve tempo la nostra esistenza è cambiata, le nostre abitudini sono mutate, senza aspettare nessuno ci siamo trovati a vivere un’altra vita. E’ nella velocità di questo mutamento, nella confusione e nelle incertezze, che l’adolescente si trova “ora” a dover affrontare il suo divenire adulto. #adolescente #coronavirus #ruologenitori

In un periodo in cui la spinta alla scoperta e la strutturazione di uno spazio intimo dovrebbero portare il giovane ad allontanarsi gradualmente dal nido le misure restrittive lo obbligano ad una convivenza forzata con i propri genitori. Rinchiuso nella propria casa, impegnato in attività per la maggior parte sedentarie, l’uomo e la donna del domani vivono esperienze virtuali e riempitive nelle quali il corpo in cambiamento diviene quasi estraneo. Tv, Videogame, social e comfort food prendono sempre più spazio accentuando la messa in atto di stili di vita disfunzionali.
Nel breve periodo questo potrebbe condurre l’adolescente a sentirsi irritato, distratto; perennemente annoiato potrebbe cedere all’ozio e alla perdita di interesse. Facile prevedere quindi una serie di conseguenze negative che potrebbero rivelarsi attraverso difficoltà di apprendimento, disturbi del sonno, aumento di peso e somatizzazioni. Queste reazioni, per quanto circostanziali, NON dovrebbero essere sottovalutate, pena il rischio di cronicizzazione. Dobbiamo tenere presente, senza drammatizzare, che le ripercussioni di un vissuto adolescenziale negativo avranno conseguenze anche gravi per l’intero arco di vita dell’individuo. #adolescente #coronavirus #ruologenitori

Un primo passo verso il ripristino del benessere è quello di normalizzare alcune reazioni, senza giudizio. L’adulto dovrebbe aiutare l’adolescente a riconoscere e autorizzare le emozioni che questo prova. Essere arrabbiati, voler fuggire attraverso le distrazioni, provare ansia o sentirsi anestetizzati sono normali conseguenze di uno stato di tensione prolungato. Noi stessi, come adulti, non dovremmo nascondere ciò che proviamo per proteggere i nostri figli, al contrario dovremmo mostrare loro che provare paura, tristezza, rabbia per ciò che sta accadendo ci prepara a reagire e ad adattarci, a patto che questi stati vengano vissuti in modo autentico. Non ci sono scorciatoie, bisogna passare da lì!
Normalizzare abbassa la sensazione di essere inadeguato, diverso, non pronto; attenuare la critica permette un maggiore spazio al rispecchiamento e dunque alla capacità introspettiva.
Condividere quindi, ma non sempre e soprattutto non “per forza”. La famiglia di un adolescente dovrebbe quindi organizzarsi perché tutti possano avere dei momenti di individualità in cui poter riflettere autonomamente, distrarsi, regredire senza doversi giustificare alternati ad altri in cui ci si possa confrontare sulle notizie, sugli stati d’animo o sul ruolo che siamo tenuti a ricoprire in questo delicato momento fatto d’incertezza e precarietà.
Com’è importante mantenere regole di convivenza che scandiscono il tempo e regolamentano la convivenza sarà quindi indispensabile lasciare spazio alla propria individualità e intimità.
In bagno puoi anche metterti le dita nel naso ma prima di sederti a tavola sarà indispensabile che ti sia lavato ben bene le mani!

Non sempre l’aspetto emotivo e ancor meno quello cognitivo sono accessibili, per un adulto e ancora di più per un adolescente in balia dei suoi ormoni. Bisogna quindi tener presente che una buona fetta del nostro benessere psichico deriva dall’attenzione e alla cura che riserviamo al nostro corpo. Nei periodi di intenso stress l’attività fisica ricopre un ruolo determinante perché risulta essere un efficace antagonista dell’impotenza percepita e aumenta i livelli di serotonina e ossitocina, ormoni che migliorano il nostro livello di benessere. Fare attività fisica in casa è possibile, ci si può allenare attraverso training on line, effettuare dei challenge con gli amici tramite piattaforme virtuali o condividere momenti ludici con i componenti della famiglia. Il buon esempio da parte di un genitore può diventare un’occasione davvero preziosa per “stare” insieme e scaricare le tensioni in modo costruttivo, chi ha orecchie per intendere intenda! #adolescente #coronavirus #ruologenitori


Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la fascia di età tra i 12 e i 17 anni dovrebbe svolgere ogni giorno almeno un’ora di attività fisica di intensità da moderata a vigorosa per promuovere e mantenere uno stato di buona salute e il peso nella norma; inoltre, sarebbe opportuno includere attività per rafforzare l’apparato muscolo-scheletrico almeno 3 volte a settimana.

Vi sono dunque molte attività che possono essere svolte durante questo periodo di sospensione. Molte di queste posso risultare utili per contrastare il distress provocato dalle coercizioni e dai timori verso il futuro.
Ciò nonostante va precisato che il riempire le giornate con innumerevoli attività rallenta o inibisce la capacità dell’individuo di elaborare gli avvenimenti e le tensioni emotive. Sarà quindi opportuno alternare all’attività fisica, allo studio e ai momenti di condivisione momenti in cui il giovane possa sperimentare ed immergersi nella noia. Questo particolare stato d’animo è tipico dell’adolescente che lo utilizza inconsciamente anche per “prendersi tempo” prima di procedere verso le scelte e l’età adulta. Autorizzare questi spazi di sospensione da parte dei genitori significa innanzi tutto allenare il proprio figlio alle frustrazioni, lasciarlo sperimentare e quindi riconoscergli anche il fatto che “ce la possa fare da solo”. La noia inoltre permetterà all’adolescente di sviluppare la fantasia, di definire nuovi piani d’azione, di accrescere l’interesse verso “altro” e di riflettere sui propri stati emotivi.

Per concludere, affinché questo faticoso e instabile periodo possa essere vissuto con resilienza e come viatico di opportunità il genitore dovrà mantenere nei confronti del figlio queste 6 posizioni:

1. Sii un genitore autentico: coerenza tra quello che provi e ciò che trasmetti.

Più c’è distanza tra queste parti più il clima domestico sarà teso e poco navigabile. Tuo figlio ha bisogno di potersi orientare e di non esser confuso ulteriormente da messaggi ambigui. Essere autentico non significa però confondere i ruoli, un figlio NON dovrà mai diventare una valvola di sfogo o peggio la nostra “salvezza”.

2. Normalizza: il COVID fa PAURA, la reclusione fa ARRABBIARE, il non vedere amici, fidanzata o la propria squadra giocare ci rende TRISTI, tutto questo è NORMALE.

Se sei preoccupato, è corretto che tu lo sia! cerca di argomentare i tuoi timori aprendoti al dialogo e al confronto. Stai dicendo a tuo figlio “lo puoi fare anche tu”, “Noi siamo veramente qui con te”.

3. Scandisci i tempi: attiva in te la funzione “metronomo”, regola i momenti di condivisione, di attività, di lavoro ma anche di libertà, di riposo e di ozio.

Con il buon esempio possiamo tenere il ritmo su cui i nostri figli potranno esercitarsi a suonare i propri strumenti. Scandisci il tempo delle giornate, delle settimane, lascia che tra un’attività ed un’altra ci siano momenti di stacco, così eviterai che tuo figlio “bruci” il tempo e si perda nel suo trascorrere.

4. Concedi spazio (e concediti spazio): autorizza te stesso all’intimità personale e permetti che anche tuo figlio possa vivere momenti di isolamento e di distacco, ne ha bisogno!

Potresti vederlo triste, annoiato, arrabbiato, non chiedere subito cos’abbia ma dagli sempre la sensazione che se ne vorrà mai parlare voi sarete il ad ascoltarlo. Lascia che utilizzi i social e le chat come mezzo per rimanere in contatto con amici e compagni, non ostacolarlo ma mostragli alternative. Se mentre è in stanza davanti al computer dovesse sentirvi ridere e scherzare in cucina, magari impegnati nel riprodurre una vecchia ricetta di famiglia, sarà lui a volersi aggregare.

5. Accogli gli STIMOLI non IMPORLI: cerca di non sostituirti a lui/lei evitandogli frustrazioni e tensioni.

Lascia che sia tuo figlio a trasmetterti ciò che ha bisogno. Non anticiparlo ma preparati eventualmente a rispondere alle sue richieste, siano esse pratiche o più di carattere psichico.

6. Poniti verso una fiducia consapevole: rimanda la tua fiducia nel presente, nella capacità di “saper stare” in questa situazione.

Non sappiamo cos’accadrà domani, “l’andrà tutto bene” come il “drammatizzare” sono i punti estremi che ci fanno percepire come spettatori e non come attori. L’adolescente più che mai ha bisogno di essere autorizzato e riconosciuto sia nei LIMITI sia nelle RISORSE che inizia a padroneggiare. La sensibilità e le capacità dei vostri figli sono giacimenti di opportunità. Una volta integrate possono diventare energia che si possono concretizzare attraverso il volontariato, la curiosità verso nuove passioni, il consolidare le relazioni importanti.

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